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08. la pietà

1946,
collage su masonite,
60 x 70 cm
Milano,
Istituto Nazionale Ferruccio Parri

Folla in ricordo delle vittime di Rionero in Volture

Folla radunata per ricordare le 18 vittime della sanguinosa occupazione del paese da parte di militari tedeschi e paracadutisti italiani della divisione “Nembo”, Rionero in Vulture, settembre 1943

La pietà

“…perdono a tutti sebbene nessuno abbia pietà di me.” – dall’ultima lettera di un anonimo condannato a morte.
Tanti morirono soli, spesso al termine di atroci sofferenze.
La commemorazione, per molti, fu possibile solo dopo la Liberazione.

Bruno Cassinari,
La mia Pietà,
1942,
penna e inchiostri su carta,
26 x 22 cm.

Bruno Cassinari (1912-1992) tratta il tema della Pietà, un soggetto apparentemente lontano dai racconti di lotta della guerra partigiana. Eppure quell’iconografia è centrale nell’arte di opposizione di quegli anni e viene frequentata dagli artisti del movimento di Corrente, del quale il pittore è uno dei protagonisti. Nel disegno del 1942 è infatti possibile leggere un significato nascosto, che trasforma le sofferenze del Cristo crocefisso nel martirio di una intera nazione sotto la tragedia della dittatura e della guerra.


“Commemorazione di tutti i martiri caduti per la causa nazionale da tenersi il 10 agosto 1945”, Comitato centrale per l’Italia del Nord dell’Unione donne italiane, 4 agosto 1945 – pagina 1 (Infp, Cln Lombardia, b. 91, fasc. 308)


“Commemorazione di tutti i martiri caduti per la causa nazionale da tenersi il 10 agosto 1945”, Comitato centrale per l’Italia del Nord dell’Unione donne italiane, 4 agosto 1945 – pagina 2 (Infp, Cln Lombardia, b. 91, fasc. 308)


Cerimonia della traslazione della salma di Sergio Kasman
(Infp, CVL, sez. fot., s. 50, s.i.l., s.i.e., [Milano], [22 ottobre 1945], Publifoto, fotografa 180 x 130 mm, cartoncino 249 x 175 mm)


Cerimonia della traslazione della salma di Sergio Kasman
(Infp, CVL, sez. fot., s. 50, s.i.l., s.i.e., [Milano], [22 ottobre 1945], Publifoto, fotografa 180 x 130 mm, cartoncino 249 x 175 mm)


Cerimonia funebre di Carlo Bianchi, Milano 26 maggio 1945
(Infp, Carlo Bianchi, b. 1, fasc. 13, s.i.l., s.i.e., Farabola, 240 x 180 mm)


Cerimonia funebre di Carlo Bianchi, Milano 26 maggio 1945
(Infp, Carlo Bianchi, b. 1, fasc. 13, s.i.l., s.i.e., Farabola, 240 x 180 mm)

Percorsi tematici

La commemorazione del 10 agosto 1945

Un anno dopo l’eccidio dei 15 martiri, fu possibile commemorare degnamente in piazzale Loreto i caduti della Resistenza. La radio di buon mattino – dopo una cronaca degli eventi – onorò le vittime con l’Eroica di Beethoven. La cerimonia ebbe inizio alle 18: fu allestito un impianto di amplificazione per 50.000 persone. In apertura don Giovanni Barbareschi benedì il monumento appena eretto, cui seguirono gli interventi del sindaco Antonio Greppi e di Luigi Longo. Il 12 agosto, nel corso di una messa tenuta al Cimitero Monumentale, fu benedetto un pugno di terra giunto da Mauthausen.

Il funerale di Carlo Bianchi

L’ingegnere milanese Carlo Bianchi, sin dalla giovinezza fu attivo nell’Azione cattolica e poi nella Fuci. Nel febbraio 1943 promosse il centro laico “La carità dell’arcivescovo”, a sostegno degli indigenti. Antifascista da sempre, dopo l’8 settembre prese contatti con la Resistenza. Contribuì alla testata “Il Ribelle”. Arrestato con Olivelli su delazione, fu a San Vittore e poi a Fossoli.

Fucilato al Cibeno con altri 67 antifascisti il 12 luglio 1944, fu sepolto in una fossa comune. Il luogo di sepoltura fu identificato solo il 17 maggio dell’anno successivo, procedendo poi alla riesumazione delle salme. Il funerale si tenne a Milano il 26 luglio 1945.

Lo spirito di Carlo Bianchi vive, ai nostri giorni, nelle attività offerte ai poveri dal centro laico da lui fondato: due piccole stanzette in via Bergamini ove ha sede il “Centro di assistenza legale e medica card. Schuster”.

Traslazione della salma di Sergio Kasman

La famiglia di Sergio Kasman visse a Chiavari anni difficili dopo la partenza del padre Ivan negli Usa causata dalle leggi razziali. Studente di Magistero, grazie all’indole artistica e al fisico atletico si fidanzò con Laura Wronowska – la cui famiglia era imparentata con Giacomo Matteotti.

Alla macchia dopo l’8 settembre, “Marco” partecipa alla Resistenza nella struttura diretta a Milano da Giuseppe Bacciagaluppi per l’espatrio clandestino dei prigionieri alleati. Parri, che lo conobbe nel marzo 1944, lo volle alla testa delle Brigate GL di Milano. Tra le sue azioni, la liberazione di Bacciagaluppi e di Arialdo Banfi da San Vittore. Braccato grazie a notizie estorte con la tortura, fu ucciso in piazzale Lavater durante l’arresto il 9 dicembre 1944.

Il ricordo di Parri è struggente.

01. vita partigiana

02. le donne

03. allarme aereo

04. le fabbriche

05. nazisti e fascisti

06. campi di concentramento

07. le torture e i morti

08. la pietà

09. mussolini

10. la liberazione